Joseph Roth (Brody, 2 settembre 1894 – Parigi, 27 maggio 1939) è stato scrittore e giornalista austriaco, cantore della dissoluzione storica, politica e culturale del suo tempo. Sperimenta la discriminazione degli ebrei, la perdita della patria e l’esilio.
Il suo sentirsi nomade, lontano dalla propria terra ed estraneo a una società priva di valori umani e civili riecheggerà nella sua produzione letteraria. Tale sensazione si riflette sui protagonisti dei suoi scritti: esuli, reietti, sopravvissuti a un mondo ormai dissipato. Fra le opere più note ricordiamo La leggenda del santo bevitore, Giobbe. Romanzo di un uomo semplice, Il leviatano e Fuga senza fine.
Ryokan Taigu (1758-1831), che significa, pressappoco, “Buono, gentile e sommo scemo”, in verità si chiamava Eizo Yamamoto. Incapace di adattarsi alla malvagità del mondo, Eizo lascia la famiglia, pratica lo Zen, scrive poesie tra le più lievi e perfette della tradizione orientale. Nasce così la leggenda di Ryokan, il monaco strambo, che mendica, gioca con i bambini, preferisce la poesia solitaria agli onori del mondo. Le sue opere sono tra le più note della letteratura nipponica.
Arthur Schopenhauer (1788-1860) è il filosofo più influente della modernità. Da Lev Tolstoj a Michel Houellebecq in moltissimi hanno riconosciuto nel pensatore di Danzica, anarchico, eretico, conturbante, un maestro. La sua opera decisiva è Il mondo come volontà e rappresentazione, pubblicato 200 anni fa, ma è con i Parerga e paralipomena che Schopenhauer inaugura la “popolarizzazione della filosofia” (Giorgio Colli).
Seneca è il più illustre esponente, assieme a Cicerone, della prosa filosofica romana. Nelle opere filosofiche (alcune ci sono pervenute sotto il titolo complessivo di Dialogi; altre sono veri e propri trattati che, pur non differendo sostanzialmente dai Dialogi, non sono stati compresi dalla tradizione nella raccolta) e nelle Epistulae morales ad Lucilium, riprende e sviluppa i temi principali della filosofia morale antica, temi che animano anche il corpus delle sue tragedie, le uniche di tutta la letteratura latina che conosciamo non frammentariamente.