GUERRE LONTANE
"Guerre lontane" potrebbe essere definito come la "storia di un manoscritto perduto". Il romanzo di Cordelli si concentra sulla riscrittura di cio' che non c'e' piu', che va immaginato nuovamente. Ne viene fuori un diario, forma espressiva cara all'autore. Fin dalle prime pagine e' quindi chiaro che la riscrittura di un originale vuole stabilire la falsificazione nel temporale in cui si trova la coscienza di chi scrive: essa vuole prendere forma, cercare la propria identita'. La voce narrante e' quella di un venticinquenne studente di restauro. È il 1989. Lorenzo ha annotato in un suo quaderno dell'anno precedente gli appunti sulla messinscena di un'opera teatrale. Quel quaderno viene affidato a Margherita, cle non lo restituisce e forse lo distrugge. La donna e' legata a Bruno, il regista dello spettacolo da mettere in scena: "Rose rosse per me", del drammaturgo Sean O'Casey. Uno spettacolo che si conclude con il trionfo distruttivo dell'azione: quasi con una guerra, non piu' lontana ma vicina.