Chi ha ucciso una donna in pace col mondo nel buio del cinema Fulgor? Chi ha portato a Rimini il Novichok? E cosa c’entrano i film di Federico Fellini? Leggete il secondo volume della trilogia noir di Enrico Brizzi, con protagonista Eva Bauer, e otterrete le risposte che cercate. Pubblicato a inizio dicembre per le edizioni Theoria, “Il caso Fellini” (bellissima la copertina) è ambientato a Rimini, d’inverno, e così la riviera romagnola, nota ai più per le sue spiagge, gli ombrelloni e gli olii abbronzanti, rivela la sua metà nascosta e oscura. Oltre alla protagonista, l’ispettore Bauer, si fanno apprezzare anche i personaggi cosiddetti minori, ovvero il resto della squadra di polizia: il commissario Scaringella, Nico Villa e Sauro Mattei. Brizzi è autore che spicca per originalità nel panorama della narrativa italiana. Se fosse un cantante, di lui si direbbe che ha un timbro vocale subito riconoscibile. Lo stesso dicasi per la sua scrittura. Difficile scovare una penna con caratteristiche simili. Dopo l’esordio nel ’94 con “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” -il fatto che lo si acquisti e legga ancora oggi vorrà pur dire qualcosa- il bolognese ha saputo differenziare la sua produzione, passando dal romanzo di formazione a quello di viaggio (“Nessuno lo saprà” il top), dal romanzo familiare (chi non ha letto “Il matrimonio di mio fratello”, lo faccia) alla narrativa per ragazzi, fino al noir. Forse una scelta furba per sopravvivere, oppure -più probabilmente- un modo per assecondare la sua poliedricità. Io di Brizzi avverto soprattutto la sua urgenza di scrivere, ed è un’urgenza bellissima. Un modo invidiabile di stare al mondo che il bolognese coniuga con la sua passione per il cammino e la montagna, alla riscoperta di antiche vie e di valori perduti (l’importanza della fatica, la spettacolarità di un tramonto visto da un alpeggio, la semplicità di un pranzo frugale tra le mura di un rifugio e molto altro). Per i fans di Brizzi l’appuntamento in libreria è già fissato: a marzo 2021 è prevista infatti l’uscita per HarperCollins del suo nuovo romanzo intitolato “La primavera perfetta”. Infine: una brevissima riflessione sull’editoria italiana, spesso regolata da logiche che, a noi semplici lettori, risultano essere incomprensibili. Mentre scrivo queste righe -oggi, 10 dicembre- il sito di Theoria, una settimana dopo l’uscita de “Il caso Fellini”, riporta ancora nell’home page la copertina de “Gli amici di una vita”, il primo volume della trilogia noir, risalente allo scorso anno. Mi chiedo e chiedo agli addetti ai lavori: se non ci crede la casa editrice in un libro sul quale decide di investire soldi e energie professionali, chi ci deve credere? Salvo poi, la stessa, se il libro non dovesse decollare, lamentarsi magari di non aver ricevuto le debite attenzioni. Se fosse una canzone “Il caso Fellini” suonerebbe come “Fuoco sulla collina” di Ivan Graziani, cantato dal figlio Filippo. Voto: 8.
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