COLLINA DEI SOGNI, LA
«L'immaginazione e' il piu' grande rifugio che esista», scriveva H.P. Lovecraft, e Arthur Machen lo sapeva bene quando decise di farne il nucleo della vita di Lucian Taylor, simbolo dell'artista decadente e maledetto, che cerca di evadere da una realta' borghese e conformista dedicando la sua vita alla scrittura. La sua fervida immaginazione, o forse qualche arcano incantesimo, arrivera' a creare un mondo parallelo in cui si rifugera' per sfuggire alla sua solitudine, all'incapacita' di scrivere, e alla societa' benpensante che lo rifiuta, scoprendo un "orrore cosmico" talmente tremendo e impenetrabile da stravolgere la sua mente e indurlo alla follia. Ritenuto uno dei maestri della narrativa del terrore, Arthur Machen (1863-1947) si inserisce a pieno titolo nel solco della tradizione letteraria fantastica anglosassone. Pubblicata nel 1907, "La collina dei sogni" e' la sua opera piu' ambiziosa, una sorta di romanzo iniziatico che tradisce numerosi riferimenti autobiografici, un'opera che Mario Praz ha definito, a buon diritto, «il libro piu' decadente della letteratura inglese».